“Ci auguriamo che nella sua fase di attuazione, lo strumento della polizza sui ricavi del settore cerealicolo prevista dal Mipaaf possa rispondere pienamente agli obiettivi per i quali è stata pensata, dimostrando la sua efficacia nell’azione di tutela del reddito degli agricoltori. La sperimentazione è senz’altro una strada giusta, ora l’auspicio è che costi e operatività dello strumento siano compatibili e appetibili”. Lo ha dichiarato Patrizia Marcellini, coordinatrice del settore Grandi Colture dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari che si è confrontata con l’onorevole Colomba Mongiello, membro della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati, in un incontro al quale ha partecipato anche il presidente nazionale Giorgio Mercuri.
“Tra i fattori esogeni che minano i ricavi dei produttori di grano – ha spiegato Mongiello - non c’è più solo il clima e le calamità naturali, ma anche le forti oscillazioni di mercato. La polizza sperimentale che è stata introdotta con uno stanziamento di 10 milioni di euro dalla Legge di bilancio 2017 avrà proprio l’obiettivo di aiutare i produttori a copertura dei rischi connessi alla volatilità dei prezzi”. La deputata ha anche espresso l’auspicio che la misura, assolutamente innovativa e che l’Italia è il primo paese a sperimentare, possa successivamente essere prevista anche per altre filiere e che la Commissione Europea ne colga la validità, inserendola anche nel regolamento omnibus di revisione della Pac 2020”.
“Abbiamo già ravvisato alcuni elementi di innovazione che fanno ben sperare – ha commentato Marcellini – come il passaggio dal 30% al 20% della soglia di danno oltre il quale scatta il riconoscimento dell’indennizzo, ma siamo ancora in una fase di sperimentazione e le cooperative monitoreranno il funzionamento della polizza presso i loro associati al fine di dare tutti i contributi necessari al perfezionamento di questo strumento innovativo.
Analizzando più in generale lo stato di salute del settore cerealicolo, l’onorevole Mongiello ha ribadito quanto sia necessario “chiudere la filiera con i trasformatori finali”. Due sono gli imperativi, aumentare la produzione e migliorare la qualità. “Dobbiamo puntare ad aumentare le produzioni nazionali – ha detto Mongiello – in modo da far calare progressivamente le importazioni di grano dall’estero. Invece l’ultimo dato Ismea rileva purtroppo un calo del 7,3% delle semine. Dobbiamo inoltre puntare a migliorare la qualità del grano, facendo incontrare la ricerca con il modo agricolo. Gli agricoltori devono sapere quale tipologia di grano è meglio coltivare ed ottenere precise premialità se producono grani di maggiore qualità. È questo quello che intendo quando dico che occorre chiudere la filiera, perché si crea un meccanismo in cui sia i produttori che i trasformatori ottengono vantaggi”.
Mongiello ha quindi concluso l’incontro con le principali cooperative cerealicole d’Italia, ricordando di aver sposato “la battaglia sull’etichettatura come la battaglia della vita, ma è anche vero che la battaglia sulla filiera è una battaglia per la vita”. Bisogna aumentare e migliorare la produzione nazionale, perché non va dimenticato che il nostro paese produce solo il 40% del fabbisogno di grano ed è ancora quindi dipendente dalle importazioni. L’onorevole Mongiello ha quindi garantito il suo “impegno a lavorare sin da ora, con la collaborazione dell’Alleanza delle Cooperative, sulla questione della sostenibilità economica del mais italiano”.