Al via l’iter parlamentare per la riforma della disciplina sanzionatoria in materia di pesca. Dopo l’approvazione la scorsa settimana del testo in Consiglio dei Ministri ora il provvedimento passerà all’esame del Parlamento. Il testo, di cui non conosciamo tuttavia la versione definitiva, è stato elaborato da un gruppo di lavoro tecnico istituito presso il Masaf ed ha visto la partecipazione anche di Confcooperative; esso introduce correttivi per adeguare la normativa nazionale al nuovo regolamento Ue sui controlli (approvato a fine 2023), oggetto di un ricorso del governo italiano per alcune disposizioni ritenute squilibrate, come ad esempio le telecamere a bordo.
Il regolamento impugnato dal governo italiano, unico in Europa, ha impegnato i legislatori europei per quasi 5 anni, a riprova della complessità e delicatezza della materia trattata.
Le novità principali prevedono sanzioni più proporzionate, tolleranze tecniche e procedure semplificate. Nel dettaglio è prevista la separazione tra sanzioni amministrative e sistema a punti, quest’ultimo applicato solo in caso di infrazioni gravi, con l’introduzione di specifiche aggravanti che tengano in maggiore considerazione la volontà di commettere l’illecito.
Viene introdotta una maggiore flessibilità su aspetti come l’apertura delle maglie delle reti, prima sanzionate in modo automatico anche per pochi millimetri di differenza rispetto alle norme europee vigenti.
E infine, maggiore semplificazione con la razionalizzazione degli adempimenti burocratici, allineandosi agli standard europei.
«Non è una deroga generalizzata, né potrebbe esserla, bensì un riequilibrio necessario – spiega Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca–. Il settore chiedeva da anni interventi per conciliare i controlli con la sostenibilità delle imprese». Per rilanciare il settore, secondo l’associazione, è urgente approvare anche il DDL che contiene alcune modifiche al codice della navigazione. Confcooperative sollecita l’avvio dell’iter parlamentare del disegno di legge promosso dal Ministero della Protezione Civile e del Mare, contenente misure per semplificare gli imbarchi e il turnover, e riforme sociali come il potenziamento delle tutele per i marinai imbarcati su pescherecci destinati alle demolizioni e che perderanno il lavoro.