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Il Green nuovo eldorado, in 3 anni 80 mila nuovi posti di lavoro

Il Green nuovo eldorado, in 3 anni 80 mila nuovi posti di lavoro E' il risultato che si otterrebbe se la Pa orientasse la sua spesa anche sui prodotti riciclati.

Convegno a Firenze organizzato da Confcooperative Lavoro e Servizi e Fedagripesca-Confcooperative

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«Da rifiuto a risorsa che fa bene alle imprese e all’ambiente si può. La plastica raccolta può dare vita a oggetti green che possono essere inseriti tra gli acquisti della Pa la cui spesa annuale ammonta a oltre 170 miliardi. Se di questi se ne destinassero 20 miliardi, attraverso gare di appalto e public procurement, all’acquisto di prodotti nati da plastica riciclata si genererebbe nuova occupazione, che tra filiera diretta e indiretta, creerebbe lavoro per circa 80.000 persone in meno di 3 anni». 

È la richiesta di Massimo Stronati, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi nel corso di “Green deal: il lavoro al centro”, il seminario in corso a Firenze dove i settori della produzione lavoro e servizi, dell’agroalimentare e della pesca di Confcooperative si confrontano con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

«La spesa pubblica e il public procurement possono e devono essere sempre più volano di sviluppo e moltiplicatore di ricchezza ed evitare la tentazione di internalizzare i servizi. Oltre alle cifre conta soprattutto la qualità della spesa. Incoraggiare gli acquisti green fa bene alle imprese, all’economia e all’ambiente se pensiamo che nello scenario di riscaldamento globale le stime dei danni da disastri climatici nei paesi del G20 sono pari a oltre il 4% del loro Pil. Incoraggiare l’economia verde – dice Stronati – è un investimento non una spesa, così come prevedere dei meccanismi di incentivi e dei premi di produttività per le imprese più impegnate nella sostenibilità e che creano occupazione nel green».

In tema di new green Deal, Giorgio Mercuri, presidente di Confcooperative - Fedagripesca, sottolinea che «La filiera cooperativa lavora da tempo per un’agricoltura più sostenibile sia con progetti volti a ridurre le emissioni di CO2 grazie a impianti di produzione di biometano, sia nell’ottimizzazione di risorse idriche con l’agricoltura di precisione che nelle coltivazioni orticole riduce di almeno il 40% il consumo di acqua. Sosteniamo le nostre imprese nel realizzare strumenti che consentano al consumatore di misurare quanto viene fatto in termini di sostenibilità e scegliere consapevolmente i prodotti. Per questo riteniamo fondamentali politiche pubbliche che spingano verso una logica d’incentivazione degli investimenti e siamo preoccupati per “plastic tax” e “sugar tax“ prive di ogni effetto positivo sull’ambiente e che, se non opportunamente ripensate, rischiano di pregiudicare la sostenibilità economica delle nostre imprese, con implicazioni anche sui percorsi di sviluppo in termini ambientali e sociali».

Tra i materiali a basso impatto ambientale e la raccolta dei rifiuti Paolo Tiozzo vice presidente di Confcooperative Fedagripesca ha messo in evidenza come «I pescatori sono i veri guardiani del mare. Hanno raccolto in poco tempo plastica pari a 2miloni e mezzo di cottonfioc, ben 170 mila bottiglie di plastica. Il vero problema sorge nel momento in cui il rifiuto arriva in banchina e deve essere smaltito. Per molti Comuni marinari si tratta di un aggravio di costi che spesso è troppo oneroso per le loro casse. Manca un anello importante della filiera: chi ritira il rifiuto e lo conferisce in discarica».

 

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